Suppongo che a tutti dia fastidio essere raggirati. A me dà molto
fastidio soprattuto quando me ne accorgo all'istante, più che a cose
fatte, quando ti rendi conto che una persona, credendoti un'idiota,
ti dice delle cose palesemente false che mirano soltanto a farti
fare una cosa nel suo esclusivo interesse, usando parole lusinghiere
o frasi a effetto. Quelle situazioni in cui vorresti usare male
parole e poi ti trovi invece a fare esattamente quello che
l'imbonitore vuole ottenere da te.
Cosa mi spinge oggi a questa riflessione? Una sciocchezza riguardante
uno dei social network più diffusi del momento, ma siccome è già
la seconda volta che percepisco questa falsità, e siccome già la
mia disposizione verso questo social è poco benevola, ho bisogno di
scriverlo. Scrivere mi serve a questo: a fissare per sempre un
pensiero, un ricordo, una sensazione, perché non voglio perderlo.
Facebook, quando ti segnala un compleanno, ti dice la seguente frase:
“Oggi è il compleanno di ... Fagli vedere che lo stai pensando”
o “contribuisci a rendere questa giornata speciale” o qualcosa
del genere. Non è vero che lo stavo pensando. Lo sto pensando perché
me lo ricorda facebook, ma non mi ero assolutamente ricordata del suo
compleanno e forse neanche lo sapevo che oggi era il suo compleanno.
E poi i miei auguri, io che forse sono una persona a lui sconosciuta
nella realtà o comunque abitante il quartiere mentale degli amici
del passato quasi dimenticati, io renderei la sua giornata speciale?
Volete farmi credere che io sarei così importante per questa
persona? Ecco allora che mi passa la voglia di fargli gli auguri,
perché mi amalgamo con quella falsità che il social mi trasmette.
Non è vero che ti stavo pensando, non sapevo del tuo compleanno, so
perfettamente che i miei auguri non cambieranno il corso e il colore
della tua giornata, ma siccome sono su facebook ti faccio gli auguri
perché così fan tutti. Poi glie li faccio lo stesso, perché quando
li fanno a me, mi fa piacere, anche se non riesco mai a ricordarmi
tutti quelli che me li hanno fatti e non faccio caso a chi non me li
ha fatti. Quindi, siccome non sono tanto diversa dalla maggior parte
della gente, probabilmente fa piacere anche a loro e non voglio
essere asociale (o meglio, a-social, perché sono convinta che i social
non favoriscano la socialità) e maleducata. Ma è maleducazione non
fare gli auguri a una persona che, se non fosse un mio contatto di
facebook, non avrei mai rivisto o sentito e sicuramente non gli avrei
mai fatto gli auguri di compleanno? Non è falso invece farglieli?
D'altro canto, io purtroppo tendo a dimenticarmi tutte le ricorrenze,
compresi il mio compleanno e l'anniversario del mio matrimonio,
eccetto il compleanno dei miei figli perché ci pensano loro a
ricordarmelo quotidianamente a partire da due mesi prima, a volte di
più. In questo caso ammetto allora che quando facebook mi ricorda
del compleanno di una persona veramente amica (sempre con quella
falsa frase, perché comunque non me lo ero ricordato e quindi
non stavo pensando a quella persona!) sono contenta di
potergli fare gli auguri, magari con una telefonata o male che vada
un SMS. Ci sono persone che non vedo da anni, o delle quali non ho più il telefono, che però ogni tanto
mi fa proprio piacere mandargli un pensiero, e facebook in questo
aiuta. E allora, va bene, dài, gli faccio gli auguri su facebook.
Forse sono arretrata e non mi so adeguare ai tempi, ma d'altronde,
superati i quaranta, si inizia ad essere socialmente vecchi e non al
passo coi tempi. D'altronde non ho ancora uno smartphone.
Ma questo dettaglio dei compleanni, in cui mi sono imbattuta più
volte, mi ha lasciata sì con una sgradevole sensazione di essere
presa in giro, ma senza mai indurmi a esternare il mio disagio. Oggi
invece mi imbatto in un'altra frase. Cito testualmente:
“I tuoi ricordi su Facebook
Elisa, sei
importante per noi così come lo sono i ricordi che condividi.
Abbiamo pensato che ti avrebbe fatto piacere rivedere questo post di
3 anni fa”.
Per chi sono
importante? E perché? Perché dovete farmi credere una cosa del
genere? Non vi credo, voi, e chi siete voi? Volete farmi credere che
Mark Zuckerberg e compagni pensino a me, Elisa? Che pensino ai
miliardi di persone connesse come fossero individualità? Siamo solo
massa, avanti, brace per un fuoco di denari!
Chi dovesse leggere
queste cose probabilmente potrebbe darmi dell'esaltata, della snob,
della presuntuosa. Magari avrebbe ragione.
«Ma quante seghe
mentali ti stai facendo?» direbbe. «È ovvio che non è così, che
non pensano a noi, che è solo un modo per attirare l'attenzione su
qualcosa e continuare a fare click, click, click...»
Chissà quanti
dollari si accumulano per ogni click...
Sì, è ovvio, lo
so. E sono convinta che molti, tutti spero, se ne rendano conto.
Eppure mi dà fastidio. Mi sento circuita. Mi sento presa in giro,
come una bambina che non vuole mangiare l'orribile omogeneizzato e la
mamma gli fa l'aereoplanino per convincerla. In termini più corretti
e pregnanti si dice: “presa per il culo”.
Ecco. Ora, perché
non riesco a disiscrivermi da facebook? Non solo, probabilmente
pubblicherò e condividerò queste cose su facebook, per questo
bisogno di comunicare, esternare, sentire che qualcuno è d'accordo
con te.
Fatto. L'imbonitore
ha vinto anche questa volta. 'Fanculo, Mark.
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